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BCE, un nuovo taglio dei tassi sui mutui: come cambiano le rate ?

Altre buone notizie in arrivo per chi pensa di acquistare casa nel 2025: la Banca Centrale Europea ha deliberato un nuovo taglio dei tassi d’interesse sui mutui. Il 23 aprile 2025 sono stati ridotti ancora una volta di 25 punti base.

La misura, settima consecutiva dal giugno 2024, comporterà interessanti prospettive per le famiglie italiane e per il mercato immobiliare. Dopo un periodo contraddistinto dagli aumenti, la politica monetaria dell’Eurozona sta invertendo la rotta, aprendo nuove opportunità per chi ha già un mutuo in corso, ma soprattutto per chi sta valutando di accendere un nuovo finanziamento per l’acquisto di una casa.

L’ inversione di tendenza è dovuta principalmente alla progressiva riduzione dell’inflazione, che ha permesso alla BCE di allentare la stretta monetaria e rendere il costo del denaro più accessibile. Se negli ultimi due anni l’aumento dei tassi aveva reso più costoso l’accesso ai mutui, ora si prevede un progressivo miglioramento delle condizioni di finanziamento, con possibili ripercussioni su tutto il settore immobiliare.

Ma cosa significa concretamente questo taglio per chi ha già un mutuo o per chi sta valutando un acquisto immobiliare? Quali saranno gli effetti sulle rate mensili e sulle strategie delle banche?

Come varieranno i tassi d’interesse sui mutui?

La nuova riduzione dei tassi di 25 punti come si tradurrà in termini di risparmio economico? Senza entrare in tecnicismi, la misura avrà un impatto diretto sulle condizioni di finanziamento offerte dalle banche, le quali a loro volta regolano i tassi applicati ai mutui concessi ai clienti.

Al momento i tassi di riferimento sono così configurati:

  • Tasso sui depositi: 2,25% (dal precedente 2,50%);
  • Tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali: 2,40% (da 2,65%);
  • Tasso sui prestiti a breve termine: 2,65% (in calo da 2,90%).

Nello specifico, si prevede una riduzione del costo dei mutui, con effetti immediati per quelli a tasso variabile, mentre i mutui a tasso fisso  il calo è legato alle strategie di pricing delle singole banche.

Mutui a Tasso Variabile: quanto si potrà risparmiare?

Chi ha sottoscritto un mutuo a tasso variabile sarà il primo a beneficiare della riduzione dei tassi, poiché il loro costo è direttamente influenzato dagli indici di riferimento bancario, come ad esempio l’Euribor.

Nella sostanza l’indice rappresenta il costo delle operazioni interbancarie, ovvero le transazioni di prestito che avvengono direttamente tra banche. È strettamente collegato alle decisioni della BCE e la sua variazione incide immediatamente sui mutui indicizzati.

Secondo le stime, il TAN medio per i mutui variabili a 20 e 30 anni era già sceso al 3,93% a fine 2024 e, con l’ultimo taglio si dotrebbe scendere addirittura sotto il 3%. Alcuni istituti di credito hanno aggiornato il TAN per i mutui variabili in una forbice compresa tra il 2,82% e il 2,72%.

Tutto ciò si tradurrebbe in una riduzione della rata mensile per mi mutuatari.

Ci saranno ulteriori ribassi nel 2025?

Le aspettative di mercato, basate sui Futures Euribor aggiornati ad aprile 2025, prevedono ulteriori ribassi:

  • entro giugno 2025, l’Euribor potrebbe scendere fino al 2,05%.
  • Per dicembre 2025, l’indice Euribor è atteso sotto l’1,80%.

Cosa aspettarsi per i mutui a tasso fisso?

In genere, i mutui a tasso fisso tendono a reagire più lentamente alle variazioni della politica monetaria, poiché il loro costo dipende non solo dai tassi di riferimento, ma anche dagli spread applicati dalle banche.

Ciò nonostante, l’ennesimo taglio dei tassi deciso dalla BCE si sta riflettendo anche su questa forma di finanziamento. Secondo l’analisi della Federazione Autonoma Bancari Italiani (Fabi), il tasso medio sui mutui fissi si attesta oggi attorno al 2,55%, in netto miglioramento rispetto ai valori prossimi al 4% che venivano applicati nel non lontano 2023. Questa tendenza favorisce chi intende surrogare o rinegoziare il mutuo.

Alcuni esperti ipotizzano che entro fine 2025 le differenze tra mutui fissi e variabili possano ridursi sensibilmente, rendendo le due opzioni quasi equivalenti in termini di convenienza. In uno scenario del genere, chi preferisce la sicurezza di una rata costante potrebbe trovare opportunità molto interessanti.

Surroga e rinegoziazione

Un altro aspetto da considerare è la possibilità, per chi ha già un mutuo, di rinegoziarlo o surrogarlo per ottenere condizioni più vantaggiose. Infatti, chi ha stipulato un finanziamento negli anni in cui i tassi erano più elevati potrebbe valutare la possibilità di trasferire il mutuo presso un’altra banca (surroga) o di negoziare un abbassamento del tasso con il proprio istituto di credito.

Come potrebbero variare le rate dei mutui nei prossimi mesi?

Il calo dei tassi varia sensibilmente in base alla tipologia e alla durata del mutuo.

Le simulazioni della Fabi ci offrono un’indicazione di come la variazione dei tassi determinerà una riduzione delle rate mensili: la convenienza è maggiore su mutui di lunga durata, dove l’incidenza del tasso di interesse sul costo complessivo del mutuo è più elevata.

Facciamo un esempio: per un mutuo di 250.000 euro a 30 anni  risparmio arriverà a superare 200 euro al mese, pari a oltre 2.400 euro all’anno!

L’impatto sul mercato immobiliare della riduzione dei tassi

La riduzione dei tassi d’interesse sui mutui si rifletteranno su tutto il mercato immobiliare. L’accesso al credito diventerà più semplice e meno oneroso, incentivando un maggior numero di individui e  investitori ad acquistare immobili.

Dopo un anno caratterizzato da una contrazione delle compravendite, il 2025 dovrebbe segnare una svolta con una ripresa della domanda abitativa. Molti potenziali acquirenti che avevano rinviato la decisione di comprare un immobile a causa dell’elevato costo dei mutui potrebbero ora tornare sul mercato, approfittando delle nuove condizioni favorevoli.

Anche per gli investitori immobiliari il contesto diventa più favorevole, poiché un minor costo del finanziamento rende più attrattivo l’acquisto di immobili da mettere a reddito. La domanda di abitazioni potrebbe aumentare soprattutto nelle grandi città come ad esempio Roma.

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