
Bonus domotica 2025: requisiti e come richiederlo
Efficienza energetica
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Leggi di piùIl Decreto Bollette, ufficialmente il DL n. 19/2025, è stato convertito nella Legge n. 60 del 24 aprile 2025 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 29 aprile. Il provvedimento, dal valore complessivo di circa 3 miliardi di euro, introduce tutta una serie di misure che si pongono l’obiettivo di contrastare gli effetti del caro energia.
Nelle prossime righe ci soffermeremo in particolar modo su tutte quelle norme pensate per le famiglie. Quali sono? E quanto influiranno sul loro bilancio?
Tra le disposizioni di maggiore impatto sociale previste dalla Legge di conversione del Decreto Bollette 2025, spicca il riconoscimento di un contributo straordinario per le forniture di energia elettriche per le famiglie.
A quanto ammonta e chi può accedere al beneficio?
La misura è stata concepita per essere automatica: non prevede la necessità di presentare una domanda, ma si basa sull’incrocio dei dati trasmessi tramite l’ISEE aggiornato e gestiti dalle banche dati dell’INPS e dell’ARERA.
L’erogazione avverrà con tutta probabilità direttamente in bolletta, sotto forma di sconto, semplificando ulteriormente l’accesso al beneficio per i cittadini. Il presupposto indispensabile, tuttavia, è che la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) venga compilata e aggiornata regolarmente, così da permettere la corretta individuazione dei soggetti aventi diritto.
Un ulteriore intervento rilevante del Decreto Bollette 2025 in tema di sostenibilità domestica è il rinnovato bonus elettrodomestici, pensato per favorire il risparmio energetivo e in bolletta attraverso la sostituzione di apparecchi obsoleti con modelli più efficienti dal punto di vista energetico.
Si tratta di una misura che, oltre ad avere un impatto diretto sulle famiglie, intende promuovere una maggiore consapevolezza ambientale e stimolare il mercato dei beni durevoli a basso impatto ambientale.
La nuova formulazione del bonus rappresenta una profonda revisione della versione prevista dalla Legge di Bilancio 2025, che era stata duramente criticata per l’eccessiva rigidità dei criteri di accesso e per il meccanismo poco inclusivo.
In particolare, il decreto stabilisce che l’erogazione non avverrà più con il “click day” – un modello che aveva creato disuguaglianze di accesso e favoritismi legati alla tempestività digitale – bensì tramite uno strumento più equo: lo sconto diretto in fattura, applicato al momento dell’acquisto dell’elettrodomestico.
Tra le novita c’è anche l’eliminazione della soglia minima di classe energetica (pari almeno alla classe B) come requisito per ottenere il beneficio. Questo vincolo, nelle versioni precedenti del bonus, aveva di fatto escluso una parte significativa della produzione nazionale, basata su modelli innovativi ma ancora in fasce energetiche intermedie, spesso per motivi legati al tipo di tecnologia o ai costi di produzione. La nuova disciplina, invece, consente di estendere la platea dei prodotti incentivati, valorizzando anche il made in Italy e allineandosi con le effettive disponibilità del mercato.
Dal punto di vista economico, il contributo sarà così strutturato:
L’accesso alla misura, inoltre, sarà subordinato a un requisito ambientale importante: il corretto smaltimento dell’apparecchio sostituito, che dovrà appartenere a una classe energetica inferiore rispetto a quella del nuovo dispositivo.
Una delle questioni più delicate affrontate nel Decreto Bollette 2025 riguarda il futuro del cosiddetto “mercato tutelato” e le tutele previste per le categorie vulnerabili, in vista della liberalizzazione totale del mercato dell’energia.
Attualmente, i clienti che non hanno ancora scelto un fornitore nel libero mercato continuano a essere riforniti nel cosiddetto regime di tutele graduali, in attesa della completa liberalizzazione. Questo sistema, tuttavia, è destinato a concludersi: il termine fissato è il 31 marzo 2027. A partire da quella data, il mercato regolato – almeno nella sua forma attuale – sarà eliminato per la maggior parte dei consumatori, lasciando solo alcune eccezioni.
È in questo quadro che si inserisce il nuovo “servizio di vulnerabilità”, pensato per garantire la continuità della fornitura elettrica a quei soggetti che, pur trovandosi in condizioni di fragilità, non sono in grado di operare una scelta consapevole nel mercato libero. Si tratta, in altre parole, di un sistema parallelo e protetto, riservato ai cittadini che non possono essere lasciati senza un contratto o esposti a condizioni economiche penalizzanti.
La definizione di clienti vulnerabili è stata dettagliata a livello normativo dal decreto legislativo n. 210/2021 e richiamata anche nel corpo del Decreto Bollette 2025. Rientrano in questa categoria:
A questi si aggiungono gli utenti che, per ragioni economiche o sociali, non siano in grado di accedere al mercato libero in condizioni di parità informativa.
La legge dispone che, fino all’effettiva operatività del servizio, i clienti vulnerabili continueranno a essere riforniti nel servizio di maggior tutela, ovvero con condizioni economiche e contrattuali definite da ARERA (l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente).
Per coloro che attualmente rientrano nel servizio di tutele graduali e che, successivamente, dovessero acquisire la qualifica di vulnerabili (ad esempio a seguito di un cambiamento delle condizioni familiari o di salute), viene riconosciuta la possibilità di transitare nel nuovo servizio protetto senza interruzioni o penalizzazioni.
Una novità rilevante riguarda anche i meccanismi di assegnazione del fornitore: qualora un cliente vulnerabile non abbia scelto un operatore alla scadenza del mercato tutelato, sarà automaticamente rifornito da una società individuata nell’ambito di un servizio “di erogazione garantita”.
Il Decreto Bollette introduce una novità rilevante sotto il profilo della protezione patrimoniale dei soggetti vulnerabili. Si tratta dell’estensione, a determinate condizioni, del principio di impignorabilità dell’immobile di residenza, quando il debito è al di sotto dei 5.000 euro e riguarda morosità legate al mancato pagamento delle bollette condominiali energetiche.
Questa misura, passata in parte sottotraccia rispetto ai più noti bonus monetari, ha però una portata simbolica. Per la prima volta, infatti, si riconosce che l’inadempienza nei confronti delle forniture energetiche condominiali non può tradursi automaticamente nella perdita della casa.
Nel diritto condominiale, il mancato pagamento delle spese condominiali connesse ai consumi energetici può condurre, dopo specifici passaggi legali, a un’azione esecutiva da parte dell’amministratore di condominio o del fornitore.
La normativa generale non prevede deroghe esplicite per i soggetti vulnerabili: ciò significa che, fino ad oggi, anche famiglie in situazioni di disagio potevano incorrere nel pignoramento dell’immobile, con conseguente perdita dell’unica abitazione.
Con la norma introdotta nel Decreto Bollette, si stabilisce invece che, in presenza di comprovate condizioni di vulnerabilità, l’immobile adibito a prima casa non può essere oggetto di esecuzione forzata, se il debito deriva dal mancato pagamento di spese condominiali inferiori ai 5.000 euro.
La disposizione si applica a coloro che rientrano nei parametri di clienti vulnerabili così come definiti dalla normativa energetica, e in particolare:
Infine, va ricordato che tale misura non riguarda:
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