Data inserimento 21/11/2022 - 10:36
A seguito della sentenza del 13 ottobre 2022, la Corte Costituzionale si è pronunciata sulla tematica dell’IMU sulla prima casa. La Corte ha dichiarato inesatte le norme presentate per l’applicazione dell’esenzione IMU ad un solo immobile per nucleo familiare.
In questo articolo spiegheremo cos’è l’IMU, cosa comprendeva prima la legge e qual è stata l’ultima decisione della Consulta.
L’IMU, imposta municipale unica, è una tassa che si paga, a livello comunale, sul possesso dei beni immobiliari, ad esclusione delle prime case. Queste, però, sono esenti dal tributo solo se classificate nelle categorie catastali che NON rientrano in: A/1, A/8, A/9, aree fabbricabili, terreni agricoli e case di lusso.
Per abitazione principale si intende l’immobile in cui il proprietario risiede anagraficamente e vi abita di fatto.
Inizialmente, la tassa dell’IMU sulla prima casa prevedeva l’esenzione solo nel caso in cui il proprietario e la sua famiglia vivessero abitualmente nella stessa casa, con residenza anagrafica.
Perciò, erano esclusi dall’esenzione i coniugi con dimora e residenza in immobili diversi, ma nello stesso Comune. Bisognava, quindi, scegliere solo una casa non soggetta al pagamento della tassa.
Tale normativa era stata introdotta per eliminare uno stratagemma utilizzato: molti coniugi, per esentarsi dall’IMU, dichiaravano la residenza in due case diverse: uno in città e l’altro nel Comune dove era stata acquistata la seconda casa.
Il 13 Ottobre del 2022, la Corte Costituzionale ha evidenziato come la legge dell’IMU sulla prima casa, imposta precedentemente, discriminasse chi ha contratto un matrimonio o un’unione civile rispetto ai conviventi di fatto. Hanno quindi ritenuto non valida la norma che nega ai due coniugi l’esenzione IMU su entrambe le abitazioni. Pertanto, con la nuova sentenza, la Corte ha ridefinito l’abitazione principale, dichiarando che è quella dove il possessore ha la residenza anagrafica e la dimora abituale, senza la necessità che l’intero nucleo familiare abbia la residenza e la dimora nello stesso luogo del possessore sopracitato. Di conseguenza, i coniugi residenti in immobili siti in Comuni diversi possono godere della doppia esenzione dall’IMU.
Infine, a causa del frequente stratagemma delle residenze fittizie, la Corte ha concluso che tale fenomeno può essere contrastato con l’intervento stesso dei Comuni: ovvero provando l’eventuale assenza di dimora abituale falsamente dichiarata. Come? Ad esempio, verificando la presenza e l'intestazione delle utenze.
La sentenza emessa dai giudici della Corte Costituzionale è applicabile anche agli anni precedenti, fino a 5 anni. Le domande di rimborso e i ricorsi devono essere presentati al Comune di riferimento e, nel ricorso, bisogna fare riferimento alla sentenza 209 del 2022 della Corte Costituzionale.
In conclusione, per avere diritto all'esenzione IMU per l'abitazione principale è sufficiente, al di là della formalizzazione del rapporto, comprovare la dimora abituale negli immobili dei relativi possessori. Questa doppia esenzione IMU in presenza dei requisiti è senza discriminazioni tra coppie e finalmente include quelle che per vari motivi hanno fissato la residenza e la dimora in due luoghi diversi, così come già avveniva per i conviventi di fatto.